Onu: “Necessaria una grande e rapida rivoluzione industriale per evitare una catastrofe planetaria”
Il nuovo rapporto "The World Economic and Social Survey 2011: The Great Green Technological Transformation" del Dipartimento affari economici e sociali dell'Onu (Desa) parla chiaro circa l’attuale crisi globale (che si intreccia ad un livello economico, ambientale e delle materie prime): “L'umanità ha bisogno di una rivoluzione tecnologica più importante e più rapida della prima rivoluzione industriale per evitare una grande catastrofe planetaria dovuta al cambiamento climatico ed al degrado dell'ambiente”.
Secondo il rapporto Desa in tutto il mondo saranno necessari grandi investimenti “per sviluppare tecnologie dell'energia pulita, tecniche agricole e forestali sostenibili e tecnologie che permettano di ridurre la produzione di rifiuti non biodegradabili”.
Il documento presenta la necessità di una vera e propria rivoluzione tecnologica-economica-sociale-ambientale, che necessiterebbe di una regia unitaria a livello mondiale.
Secondo l'ONU il Mondo ha bisogno di qualcosa di diverso dall'attuale modello di sviluppo liberista, retto dagli spiriti animali del capitalismo: il mondo ha quindi bisogno di essere governato globalmente ed unitariamente, perché i problemi sono planetari e riguardano la stessa sopravvivenza della civiltà umana.
Dal report: “E' l'espansione rapida dell'utilizzo dell'energia, alimentata principalmente dai combustibili fossili, che spiega perché l'umanità è sul punto di superare i limiti del pianeta a causa del riscaldamento climatico e della perdita di biodiversità.
Una transizione energetica mondiale totale è necessaria urgentemente per evitare una grande catastrofe planetaria”.
Anche Ban Ki-moon offre il suo contributo al documento, intervenendo nella prefazione del rapporto e dicendo: “Piuttosto che considerare la crescita e lo sviluppo sostenibili come degli obiettivi concorrenti condannati ad entrare in collisione, dobbiamo vederli come degli imperativi complementari che si rafforzano mutualmente. Questo diventa possibile quando abbracciamo un modello economico low carbon, che risparmia le risorse e favorevole ai poveri”.
Il contesto è chiaro.
Lo Staff di Rete Clima®